Il Metodo Montessori
Inventato da Maria Montessori (una delle prime donne ad esercitare in campo medico dopo L’Unità d’Italia) con principi che rispecchiano la realtà, il Metodo è nato con l’esperienza nei primi anni del Novecento, guadagnando consensi internazionali.
Nel 1929 nasce l’Associazione Nazionale Montessori Italia (AMI)
Il metodo non è mai stato scritto in un documento tecnico (quindi mai registrato) ma lo si ricostruisce indicando tre elementi (comuni a molti metodi) a cui la Montessori aggiunge la libertà di scegliere del bambino. Questi sono:
L’Ambiente / Il bambino / La maestra
L’ambiente
- Richiama l’atmosfera familiare
- E’ a dimensione del bambino
- La maestra ne è la custode
- Favorisce la libertà di movimento
- Ospita il materiale diviso per aree tematiche (vita pratica / sensoriale / culturale)
- E’ definito “maestro”
Il Materiale nell’ambiente
- E’ a misura di bambino
- Pro(voca) l’interesse del bambino
- È a dimensione cognitiva del bambino
- È progressivo, semplice, autocorrettivo (nella maggior parte dei casi), isola una qualità, una particolarità, una difficoltà, favorisce lo svolgimento
- È un esercizio: “mi concentro, svolgo secondo istruzioni, svolgo un lavoro molto direzionato”
- Presente “intenzionalmente” in un’unica copia: “imparo a rispettarlo, imparo ad aspettare; mi inserisco nei tempi giusti e aspetto il mio turno; non scelgo per imitazione ma per interesse”
Il bambino
- E’ inserito in una classe multietà (3-6 anni): l’osservazione tra loro favorirà i tempi e il modo di apprendimento.
- E’ definito il “lavoratore cosciente”: le sue mani, guidate dall’intelligenza, eseguono compiti di tipo umano ben definito.
- Il suo gioco è realmente un “lavoro” (così si chiamano tutte le attività svolte in classe)
- Inserito in un ambiente costruttivo, di qualità, fa della sua autonomia un pre-requisito per apprendere, nel rispetto delle regole di comportamento apprese dalla maestra.
La maestra
- Prepara l’ambiente: ha un’idea chiara delle aree da sviluppare e organizza gli angoli.
- Mette in contatto l’ambiente maestro e il bambino. Come?
- Attraverso la “presentazione”: un bambino alla volta, si mostra come si fa il “lavoro”.
- La “presentazione del lavoro” è breve, semplice, obiettiva. L’oggetto è in evidenza, le parole per descriverlo sono poche, l’attenzione è rivolta alla funzione dell’oggetto.
- Il materiale serve per far apprendere al bambino qualcosa di specifico e di ben individuabile.
- Quello del bambino è un apprendimento “strutturato”
- Limita l’intervento diretto al necessario ed essenziale: se è necessario, “provoca” il bambino, presentandogli nuovamente l’attività.
- Infine, la maestra valuta se stessa, l’ambiente e il bambino, SEMPRE!